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Aquileia: l’inizio della cristianità

Nell’anno 313 d.C. l’imperatore Costantino proclamò il Cristianesimo religione ufficiale dell’impero romano. Nello stesso anno, ad Aquileia, si cominciò a costruire la prima basilica. Fu il vescovo Teodoro a cominciare la costruzione e pare che lo stesso Costantino fosse coinvolto. Nonostante le diverse ricostruzioni della basilica, il bellissimo mosaico pavimentale è quello originale del IV secolo. Si può dire che in qualche modo l’iconografia cristiana venne concepita qui ad Aquileia.

L’esterno della basilica di Aquileia

Per visitare la basilica si possono scegliere diverse tipologie di biglietto che possono comprendere o meno il battistero e la domus con il palazzo episcopale. Aquileia in sé è piuttosto vasta: si può visitare anche il Foro romano, il porto fluviale, il museo archeologico nazionale… ma di certo la basilica è la maggiore attrattiva della città.

Prima della visita (o durante) vi consigliamo caldamente di visitare il sito con la mappa parlante: contiene molte curiosità e notizie interessanti. E’ utile anche per i bambini per inquadrare il monumento.

Il battistero

Il nostro consiglio è di cominciare la visita dal battistero: l’aula ottagonale è spoglia e senza decorazione, pallida rimanenza di quello che doveva essere un battistero all’altezza di una delle più antiche e importanti basiliche paleocristiane. Ma la cupola è crollata a metà del ‘700. Tuttavia è un ambiente ancora oggi estremamente suggestivo.

Aquileia: la visita alla basilica

L’interno della basilica di Aquileia

Dal battistero si passa alla basilica: il colpo d’occhio dalla navata è notevole. Colpisce la semplicità della struttura e naturalmente si rimane immediatamente impressionati dal mosaico pavimentale (760 metri quadrati) vero e proprio protagonista della visita. L’antico mosaico fu ricoperto in epoca medievale (le passerelle sono all’altezza del pavimento medievale) e successivamente riscoperto in tempi moderni.

Il mosaico pavimentale

La decorazione del pavimento vede i ritratti dei donatori con animali nella prima campata. Nella seconda campata si riconoscono le stagioni e altre raffigurazioni. Una delle più importanti è “il buon pastore“: questo mosaico richiama sicuramente la famosa parabola. Ma bisogna ricordare che i mosaici di Aquileia risalgono al periodo romano. I cristiani di Aquileia erano fondamentalmente romani e conoscevano bene le simbologie pagane, naturalmente ancora molto presenti. Il mosaico del buon pastore richiama molto da vicino la rappresentazione di Mercurio con la pecora sulle spalle. E’ uno dei classici casi di sostituzione di un simbolo pagano con uno cristiano.

Il mosaico del buon pastore

Nella campata successiva – la terza – si trova una vittoria alata con corona e palma, a simboleggiare la vittoria della Chiesa di Cristo divenuta religione ufficiale dell’Impero.Nella quarta e ultima campata troviamo invece la storia di Giona e la balena. E’ il quadro più grande e complesso, l’unico in cui viene narrata una storia: il mosaico di Giona è senz’ombra di dubbio il capolavoro e l’opera-simbolo del mosaico di Aquileia.

E’ importante notare come per la prima volta nell’arte cristiana venga utilizzata la simbologia del pesce per simboleggiare Cristo. Il pesce infatti, in greco è ichthys che fa da acronimo alla frase Iesoùs Christòs Theoù Uiòs Sotèr che significa Gesù Cristo Salvatore figlio di Dio. Quindi, in un certo qual modo, qui ad Aquileia si inventò buona parte della simbologia cristiana successiva. Anche il Monogramma di Cristo è utilizzato qui per la prima volta: si tratta di una X e una P sovrapposti che richiamano le lettere greche chi (X) e ro (P). Le due lettere pronunciate insieme hanno lo stesso suono dell’inizio della parola Cristo in greco.

Infine, sempre ad Aquileia è utilizzato il nodo di Salomone (più volte ripetuto) come simbolo dell’unione tra l’uomo e Dio.

Il nodo di Salomone

Gli altri gioielli della basilica e il vescovado

Se il protagonista indiscusso della basilica è il mosaico pavimentale, non bisogna dimenticare che all’interno della chiesa sono conservati diversi altri tesori. Gli affreschi del presbiterio, ad esempio, risalgono a poco dopo l’anno 1000. Altri meravigliosi affreschi si trovano nella cripta.

Uscendo dalla basilica si può visitare, a pochi passi, il vescovado – se si è comprato il biglietto.
L’edificio, aperto di recente, ha un impianto contemporaneo. Non è un ambiente grande, permette di vedere bene la stratificazione degli edifici presenti sul luogo e un pannello sulla parete rievoca la storia del luogo evidenziando come al posto dell’edificio odierno ci fosse una fattoria. All’interno si trovano solo alcuni grandi mosaici (naturalmente meno spettacolari di quelli all’interno della basilica), ma consigliamo comunque la visita.


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