La Cappella degli Scrovegni di Padova e gli affreschi di Giotto spiegati ai bambini: il capolavoro di Giotto e della pittura occidentale spiegato ai bambini per una migliore comprensione del grande ciclo di affreschi.
L’esterno della Cappella degli Scrovegni e il luogo in cui si trova
Una delle particolarità della Cappella degli Scrovegni è la sua semplicità. Si tratta di un semplicissimo edificio di mattoni in stile gotico con strette finestre che si aprono ritmicamente nelle pareti laterali. Non è certo un’opera appariscente. Doveva essere più ampia, con un’abside più elaborata, ma la chiesa vicina degli Ermelitani protestò per questo luogo di culto privato che rischiava di offuscare la loro chiesa e Scrovegni dovette riadattare il progetto in corso d’opera, rendendo la chiesa più semplice e piccola.
La piccola cappella è l’unica parte superstite dell’antico palazzo Scrovegni, costruito nei pressi dell’antica arena romana. In effetti parti dell’antica arena sono ancora oggi ben visibili nei pressi della Cappella degli Scrovegni. Però, caso forse più unico che raro, non sono considerati dai turisti, proprio a causa della vicina Cappella.
Il sontuoso palazzo Scrovegni è stato poi distrutto nei secoli successivi. Solo la cappella è sopravvissuta, di certo grazie al meraviglioso e fondamentale ciclo di Giotto conservato all’interno.
Chi era Giotto, spiegato ai bambini
Per spiegare la Cappella degli Scrovegni ai bambini bisogna partire dall’autore degli affreschi: Giotto di Bondone. Giotto, allievo di Cimabue, era diventato improvvisamente famoso grazie agli affreschi che aveva realizzato ad Assisi, nella basilica di San Francesco. Giotto aveva realizzato che i modelli orientali che fino a quel momento venivano estensivamente utilizzati nelle rappresentazioni pittoriche, non potevano adattarsi ad Assisi. Infatti un conto era rappresentare Cristo e le storie del Vangelo, avvenute 1300 anni prima in un luogo lontano, un altro conto era rappresentare San Francesco, vissuto proprio in quei luoghi e pochi anni prima.
Vista l’enorme fama raggiunta, Giotto venne chiamato a Padova per affrescare la grande Basilica di Sant’Antonio, in costruzione proprio in quegli anni.
Chi era Enrico degli Scrovegni
Enrico, figlio di Reginaldo, Scrovegni, era un ricchissimo usuraio. Ereditata l’enorme fortuna del padre, decise di costruire un sontuoso palazzo nella zona dell’antica arena romana. Il palazzo aveva una cappella privata che Enrico voleva affrescare. Andò quindi da Giotto di Bondone che, come abbiamo visto, era impegnato nella decorazione della basilica di Sant’Antonio. Possiamo solo immaginare il dialogo tra i due: Giotto probabilmente chiese una cifra enorme (era pur sempre il pittore più famoso d’Italia) ed Enrico, che nell’oro praticamente ci nuotava, accettò. I due si accordarono per decorare l’interno della piccola cappella con le storie di Gioacchino ed Anna e le storie di Cristo.
Gli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni
Le storie sono illustrate in ordine cronologico, partendo dall’arco trionfale dell’abside. Qui troviamo Dio che ordina all’arcangelo Gabriele di comunicare a Maria che avrà un bambino.
Storie di Gioacchino e Anna
A questo punto ci si sposta sulla destra, dove iniziano le storie di Gioacchino ed Anna. Gioacchino viene cacciato dal tempio (si noti che la struttura del tempio è sempre identica – anche se da prospettive diverse, per tutto il ciclo pittorico) poiché non è ancora riuscito ad avere un figlio. L’uomo così si ritira tra i pastori, ignaro che la moglie ha intanto ricevuto la visita dell’arcangelo Gabriele che le annunciava che era incinta. Gioacchino decide di offrire un sacrificio a Dio, sacrificio che sappiamo accettato perché in alto compare la mano dell’Arcangelo Gabriele. Gioacchino dorme e in sogno vede un angelo che gli annuncia la futura nascita di sua figlia: Maria. A questo punto Gioacchino torna in città dove incontra Anna alle porte della città, in uno degli affreschi più commoventi del ciclo.
Il ciclo continua sulla parete opposta con la natività di Maria e la presentazione al Tempio. Il ciclo prosegue con la consegna delle verghe (solo chi vedrà fiorire la sua verga potrà sposare Maria: il predestinato è l’anziano Giuseppe, l’unico con l’aureola), preghiera per la fioritura delle verghe, lo sposalizio della Vergine e corteo nunziale di Maria.
Storie di Gesù
Si passa di nuovo dall’arco trionfale dove vediamo l’annunciazione: a destra dell’arco troviamo l’angelo, e a sinistra Maria. La narrazione scende quindi di un registro e prosegue con la visitazione. Da questo punto in poi cominciano le storie di Gesù: natività, adorazione dei Magi, presentazione di Gesù al tempio, fuga in Egitto, strage degli innocenti. Si salta nella parete opposta dove troviamo: Cristo tra i dottori, Battesimo di Cristo, Nozze di Cana, resurrezione di Lazzaro, ingresso a Gerusalemme e cacciata dei mercanti dal Tempio. Nell’arco trionfale è rappresentato il tradimento di Giuda.
Si arriva così all’ultimo registro che rappresenta la passione di Cristo: ultima cena, lavanda dei piedi, bacio di Giuda, Cristo davanti a Caifa, Cristo deriso. Nella parete opposta: Salita al Calvario, Crocifissione, Compianto sul Cristo morto, Resurrezione e noli me tangere, Ascensione e pentecoste.
La controfacciata della Cappella degli Scrovegni
Tutta la controfacciata è occupata dal grandissimo affresco dedicato al Giudizio Universale. Al centro campeggia un Cristo in mandorla giudice, mentre a sinistra si trova una rappresentazione del paradiso e a destra l’inferno. Nel lato del Paradiso c’è il gruppo dell’offerta: ovvero Enrico degli Scrovegni che offrendo la Cappella stessa a Maria (e san Giovanni e santa Caterina d’Alessandria) toglie il peccato di usura dalla propria famiglia.
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